Intervista a Eva Pisano, una studiosa dell’Antartide

Intervista a Eva Pisano, una studiosa dell’Antartide

Finalmente è arrivato il giorno dell’incontro con Eva Pisano, la biologa marina che ha partecipato a moltissime spedizioni in Antartide. Da molte settimane stavamo studiando questo continente, per preparare un’intervista da fare alla scienziata.

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È stata molto simpatica e gentile e ha risposto a tutte le nostre domande.

D – Abbiamo letto il libro “Il pesciolino argentato” e volevamo capire quali sono le parti inventate e quelle scientifiche. Per esempio l’hanno osservato i sub che dei branchi di pesciolini argentati, con il loro luccichio, fanno scappare le foche?

pesciolino-argentatoR – L’Antarctic silverfish, che in italiano è stato tradotto con “pesciolino argentato” è il protagonista del libro, ma è davvero uno dei pesci più diffusi nel mare Antartico, soprattutto vicino alla costa ed è il cibo per molti animali.
Per alcuni anni durante le mie spedizioni ho studiato questo pesciolino, scoprendo che depone le sue uova proprio sotto al pack, la parte di banchisa (mare ghiacciato) che circonda la costa del Mare di Ross. Ho scoperto che si schiudono proprio in questo periodo, in novembre, che laggiù è primavera. Poi raccogliendo dei campioni di acqua e di ghiaccio li ho analizzati in laboratorio e ho visto come si trasformano in larve ed infine in pesciolini.
Nel libretto i disegnatori hanno usato un po’ di fantasia e li hanno disegnati con una forma un po’ arrotondata, in realtà assomigliano alle nostre acciughe, e quando sono più adulti, verso i due o tre anni, sembrano delle sardine. Possono vivere anche vent’anni.
Invece la parte dove si racconta che i pesciolini argentati si radunano in branco per far brillare le loro scaglie argentate per accecare i loro predatori, non è mai stato osservato, ma solo immaginato, per rendere la storia più avventurosa.

D – Le stelle marine, i granchi, i ricci e le cozze ci sono davvero? Ma per vivere in mari così freddi sono diversi dai nostri?
R – Tutti gli animali citati sono invertebrati e sono animali più robusti che sanno adattarsi meglio in tutti i mari del pianeta. Però se ne portassimo uno dall’Oceano Antartico, per esempio nel Mar Ligure, morirebbe subito perché quelli antartici hanno sviluppato dei liquidi interni anti-gelo che li hanno adattati a vivere solo a quelle temperature.

D – Anche nell’Oceano Antartico le meduse sono urticanti?
R – Certe lo sono, altre no, come quelle che ci sono da noi, perciò chi non le conosce bene deve stare attento.

D – Esiste il pesce dentone che è ghiotto di pesciolini argentati? Come si chiama davvero?
R – Esiste, il suo vero nome e “Antarctic tootfish”. Nel libro lo abbiamo chiamato così proprio per la sua doppia fila di dentoni. E’ uno dei pesci più grandi del Mar Antartico, può raggiungere anche i due metri di lunghezza e vivere fino a quarant’anni. –

mappa-basiD – Lei e suo marito, il biologo Marino Vacchi, avete collaborato a qualche scoperta?
R – All’inizio, quando eravamo giovani, Marino è andato in Sicilia, a Mazara del Vallo a studiare la pesca nel Canale di Sicilia: si occupava sia delle tecniche di pesca, sia delle specie di pesci e delle quantità.
Io invece all’Università di Genova mi occupavo dell’adattamento degli animali marini, soprattutto degli invertebrati. Quando nel 1985 l’Italia ha organizzato la prima spedizione in Antartide io e Marino abbiamo deciso di presentare un progetto insieme: lui avrebbe studiato quali e quanti pesci c’erano e io il loro adattamento a quell’ambiente gelido. A volte siamo andati insieme, a volte solo uno di noi.

base-it-2D – Quante volte è stata in Antartide? La prima volta era in ansia?
R – Ho partecipato a 12 spedizioni. La prima volta ero un po’ ansiosa, ma soprattutto provavo curiosità ed entusiasmo per quella nuova avventura.
Allora la spedizione durava quattro mesi, da ottobre a marzo. Per raggiungere la base italiana Mario Zucchelli c’era solo la nave che partiva dalla Nuova Zelanda. Io soffro il mal di mare e il viaggio durava dieci giorni, in acque sempre molto agitate e tempestose.

D – Abbiamo studiato che i cetacei per respirare devono risalire in superficie per catturare ossigeno dall’aria. Ma quando dormono come fanno?
R – Devono continuare a salire per respirare. Come altri mammiferi riescono a stare in apnea anche a lungo, ma poi devono risalire. Per esempio quando facciamo dei buchi nel pack per far immergere i sub, spunta subito una foca, perché normalmente lei fa molta fatica a rompere il ghiaccio per risalire a respirare.

D – Le balene si nutrono di plancton e krill. Ma quando aprono la bocca non entrano anche altri pesci come i pesciolini argentati?
R – E’ possibile, ma succede raramente perché le balene non si avvicinano molto alla costa, stanno più a largo nell’oceano, dove le correnti trasportano il plancton e il krill.

D – Abbiamo letto che a volte le orche per catturare le foche usano delle strategie per farle cadere in acqua. Lo avete mai visto?
R – Le orche non si avvicinano facilmente alla costa; una volta, quando i biologi per catturare i pesci da studiare usavano delle barche di alluminio con il fondo piatto, è capitato che un’orca ha scambiato il fondo per un pezzo di ghiaccio e ha cercato di rovesciarlo per catturare gli animali che credeva ci fossero sopra. I mie colleghi sono riusciti a salvarsi, ma si sono presi un grosso spavento. Una cosa buffa che succede spesso quando i biologi escono in barca, sono i pinguini che saltano dentro l’imbarcazione.

D – Quali mezzi usate per le spedizioni e per trasportare il cibo?
R – Una volta per raggiungere le coste antartiche si usavano solo le navi, ora si usano anche gli aerei. I rifornimenti di cibo si continuano a portare con le navi, durante i mesi estivi, anche per il personale che si fermerà durante l’inverno. Le provviste vengono comprate nei paesi più vicini, come la Nuova Zelanda. Soprattutto i cibi freschi come carne, frutta e verdura durano solo per i primi tempi, poi bisogna mangiare  surgelati. Nella base italiana si mangia meglio che nelle altre, perché abbiamo dei bravi cuochi, che si portano dall’Italia anche il Parmigiano Reggiano e il prosciutto. I cuochi svolgono un lavoro molto impegnativo e faticoso: si devono alzare prestissimo per preparare il pane, a volte anche brioche o focaccia, per tutto il personale. Poi preparano il pranzo e la cena per la mensa, con due primi e due secondi, a scelta. Nei momenti difficili, quando capita che i rifornimenti non arrivano in tempo, si inventano delle ricette utilizzando tutto ciò che è rimasto.logo

D – Oltre agli scienziati e ai cuochi, quali altre persone sono indispensabili per le spedizioni?
R – E’ una domanda molto importante, perché tanti pensano che alle spedizioni partecipino solo scienziati, invece il personale è composto dal 50% di ricercatori, mentre l’altra metà è personale logistico, che vuol dire che sono tutte quelle persone indispensabili a far funzionare la base e la spedizione. C’è un capo-base che organizza il lavoro di tutti e controlla che tutto funzioni, come l’impianto di desalinizzazione dell’acqua, per farci le docce, o i generatori di corrente per produrre l’energia elettrica. C’è un medico e un infermiere; ci sono i meteorologi, importanti per le previsioni del tempo, per sapere quando si può lavorare fuori. I controllori di volo organizzano l’atterraggio di aerei ed elicotteri nel periodo estivo. Ci sono anche i tecnici delle comunicazioni, che oggi utilizzano anche internet, i meccanici, i carpentieri per costruire o aggiustare parti della base o le piste di atterraggio, i vigili del fuoco e numerosi militari, come gli alpini che accompagnano i ricercatori per le spedizioni esterne, sia i marinai.

D – Come fate a raccogliere i rifiuti? Dove li mettete? Riuscite a fare la raccolta differenziata? Noi con gli scarti vegetali facciamo il compost. In Antartide ci sono i microbi decompositori?
R – In Antartide non si possono lasciare i rifiuti e quindi tutta la spazzatura viene caricata sulle navi e poi riportata e smaltita nei paesi da cui arriva il personale.
Ovviamente il compost non lo facciamo perché non ci sono piante da coltivare. I microbi decompositori ci sono nel fango degli impianti di depurazione delle acque di scarico.
Sul problema dei rifiuti vengono fatti molti controlli per evitare la contaminazione dell’ambiente.

vostokD – Io sono nato in Russia e vorrei sapere dov’è la base russa.
R – I russi sono stati tra i primi a costruire delle basi in Antartide, anche perché sono tra i popoli più abituati a vivere a temperature molto basse. La più importante delle loro basi è quella di Vostok, sull’altipiano interno, dove ci sono le temperature più basse di tutto il pianeta. Proprio per lo spessore del ghiaccio è il più importante centro di studio del clima antartico. Fanno delle perforazioni a grandissima profondità e dalle “carote di ghiaccio” che estraggono riescono a studiare il clima del passato, andando indietro nel tempo anche di milioni di anni. Infatti nella neve che nei millenni si è accumulata, sono rimaste intrappolate particelle di atmosfera.
I russi hanno aiutato anche i colleghi italiani a fare un carotaggio profondo 3.000 metri, ovviamente perforando un pezzo per volta. Tra i ricercatori delle basi è molto importante la cooperazione.

carotaggio

Alla fine dell’intervista la dottoressa Eva Pisano ci ha promesso che tornerà a trovarci per fare un collegamento Skype con i ricercatori che in questi mesi si trovano nella base italiana in Antartide.

Classe 4, Scuola Primaria Da Verrazzano

redazioneminiscoop
redazioneminiscoop@gmail.com
9 Comments
  • Eva Pisano
    Posted at 14:24h, 17 Gennaio Rispondi

    Bravi, anzi bravissimi!
    A presto,
    Eva

  • filippo nostro manfredi 5
    Posted at 14:50h, 19 Gennaio Rispondi

    molto bello

  • LUCA E MARCO
    Posted at 19:39h, 20 Gennaio Rispondi

    davvero bravi i ragazzi che hanno partecipato

  • FRANCESCO
    Posted at 10:55h, 21 Gennaio Rispondi

    È stato molto interessante e abbiamo imparato molto sull’Antartide e Eva Pisano è molto simpatica.

  • Alice
    Posted at 11:34h, 21 Gennaio Rispondi

    Il collegamento Skype lo faremo giovedì alla Durazzo, ma non con la base: con una nave nel mare di Ross

  • Max
    Posted at 13:50h, 21 Gennaio Rispondi

    Non sto più nella pelle per il collegamento! spero che quando lo faremo saremo pronti con le domande.

  • Martina Brancati
    Posted at 18:48h, 21 Gennaio Rispondi

    È stato molto bello, mi sono emozionata ed Eva Pisano è stata molto gentile a venire qua.
    Da Martina B.

  • Vale.pap
    Posted at 10:35h, 22 Gennaio Rispondi

    È stato bello incontrare Eva Pisano.
    Non vedo l’ora che sia giovedì😄

  • ARIANNA
    Posted at 18:08h, 22 Gennaio Rispondi

    Non vedo l’ora di fare il collegamento!!!!!

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