La città ideale

La città ideale

Avete mai immaginato la città ideale? Lo hanno fatto gli alunni della 1 D. Ecco alcuni dei loro scritti!

La città dei desideri

Ciao, sono Pietro e abito a Pieve Ligure in provincia di Genova. Genova è bella, ma io preferisco la città dei desideri.
Per entrarvi si deve pronunciare ”io so sognare” e, come per magia, si apre un varco a Piazza De Ferrari (l’accesso è segreto alle persone malvagie). Nella città dei desideri ci sono degli abitanti speciali, perché non sono umani, ma sono degli esserini di nuvola. Nella città dei desideri puoi avere quello che vuoi.
Non c’è lo smog né le macchine né i motorini. La gente (o esserini) non ti insulta mai. Quando dopo la scuola ci vado, sono sempre felice perché gli abitanti mi accolgono con feste, banchetti, regali e tante altre cose. Pensate che mi hanno dato il permesso di costruirmi (con i desideri).
la scuola non esiste, perché non servirebbe a niente, visto che tutti possono desiderare di essere intelligenti (stessa cosa con il lavoro).
La cosa che mi piace di più è che non ci sono armi e che nessuno governa. Un’altra cosa interessante è che la città dei desideri è divisa in regni, ognuno adeguato al benestare dei cittadini (per esempio le case di vario tipo).

I miei regni preferiti sono il regno dei cuscini perché puoi saltare, giocare senza farti male e soprattutto perché puoi fare lotte con i cuscini; e il regno dei dolci, perché sono buoni e mi piace saltare sulla gelatina. Una cosa che mi incuriosisce è come mai, quando entro nella città dei desideri, cambio forma e divento più piccolo e adorabile e soprattutto bianco con un piccolo ciuffo (non assomiglio affatto agli altri, chissà come mai?).
Venite, vi invito (se siete buoni)!

Pietro P., classe 1 D, Scuola “Durazzo”

Freedomland

Ciao a tutti! Sono Lorenzo e finalmente ho pensato alla mia città ideale.

La chiamerei Freedomland e sarebbe fatta tutta di carta, costruita sul mare (come un’isola di carta).

Ora provate ad immaginare di esserci dentro. I palazzi sono costruiti con ogni tipo di giornale, dove ogni giorno ci sono le notizie nuove (bella pensata, eh!). Quando piove, anche se il cielo è azzurro, cadono soldi e caramelle (un po’ come quel proverbio “cadono soldi come se piovesse”).
Si è liberi di fare tutto (come dice il nome) a parte, però, commettere dei reati, perché alrimenti arrivano i carabinieri di pan di zenzero che ti mettono nella prigione di dolcetti.

Ci sono campi da calcio e da basket sospesi nel cielo, e per arrivarci ci sono i teletrasportatori al posto delle cabine telefoniche. Al mare ci sono i gonfiabili di cioccolato che ti fanno andare sulle nuvole (letteralmente) e li puoi anche mangiare perché – incredibilmente! – crescono.
Ci sono anche dei robot camerieri, che, suonando un campanellino, vengono subito a casa tua per ogni esigenza!
La mia villa è fatta con “La Gazzetta dello Sport”, così, ogni volta che c’è una notizia, posso sentirla.
Ci sono anche le scuole, ma sono di magia e ti insegnano anche dei nuovi giochi tipo “palla stregata”.
Ho progettato un negozio che vende tutte cose alate come scarpe alate, giacche alate, maglie alate e molto altro ancora. Sui soldi, invece che esserci i soliti monumenti, c’è disegnata la mia faccia (sono famosissimo).
I film si guardano al mare: ti danno dei ciambelloni di carta e pelle per farti stare più comodo, mentre le visioni sono su un maxi-schermo che galleggia in acqua. Per tutte le feste ci sono le mega-disco sulle nuvole. Per andarci basta chiamare e ti vengono a prendere. Per andare a fare un giro in barca ci sono i mega-yacht volanti (che roba!) su cui si può volare.
Infine ci sono le fontane di cioccolato: se ne bevi solo che un po’ rimarrai giovane per sempre.
Se questa città fosse veramente reale, avrei già fatto mille mega-party con gli amici, ma purtroppo per adesso non è così… magari tra qualche migliaio di anni!
Perciò è il momento di salutarci: ricordatevi voi del futuro ché, se Freedomland esistesse, berreste subito il cioccolato delle fontane!
Ciao e alla prossima!

Lorenzo M., classe 1 D, Scuola “Durazzo”

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