Gli atleti… giusti della 3C

Gli atleti… giusti della 3C

Sull’albero delle persone giuste della Scuola Media Durazzo troviamo gli atleti che vennero perseguitati o uccisi nei campi di sterminio nazisti a causa della loro nazionalità o della loro religione. Essi subirono ingiustizie terribili ed è giusto, allora, ricordare i loro nomi, le loro imprese e i loro volti. Un articolo interessantissimo a firma di alcuni studenti della classe 3C.

 

I fratelli Flatow.

Alfred (1869-1942) e Gustav Felix Flatow (1875-1945): due fratelli, due ginnasti che, partecipando ai primi Giochi Olimpici di Atene nel 1896, diventarono i primi eroi sportivi della Germania [Alfred: Medaglia d’oro nella trave a squadre e nelle parallele individuale e a squadre. Gustav Felix: Medaglia d’oro nella trave a squadre e nelle parallele a squadre. N.d.R.].

I fratelli Flatow alle Olimpiadi di Atene (terzo e quarto da sinistra, seconda fila)

Dopo il ritiro dall’attività agonistica, Alfred fu uno stimato allenatore, nonché autore di diversi libri sulla disciplina. Nel 1933 venne espulso dalla sua
Società di Ginnastica in quanto ebreo e, deciso comunque a rimanere a Berlino, visse una vecchiaia di stenti e discriminazione. Durante la guerra, ormai settantenne, venne deportato nel campo di concentramento di Theresienstadt dove morì nel 1942.
Il fratello Gustav Felix, ciclista e pugile oltre che ginnasta, all’inizio del 1933 cercò di sfuggire al nazismo raggiungendo Rotterdam. Dopo l’invasione
tedesca dei Paesi Bassi fu costretto alla clandestinità; scoperto nel 1945, fu deportato a sua volta a Theresienstadt dove morirà di stenti poche settimane
prima della liberazione.

Gottfried Fuchs.

Gottfried Fuchs, ebreo tedesco nato a Karlsruhe il 3 maggio 1889, giocò come attaccante per la maggior parte della sua carriera nel Karlsruher SC, con cui vinse il Campionato Tedesco nel 1909.
Con la nazionale prese poi parte alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, nel corso delle quali segnò 10 reti in una vittoria per 16-0 contro la Russia; si laureò, così, vicecapocannoniere del torneo.
Si ritirò dal calcio nel 1920 e visse a Berlino fino al 1937, anno in cui cercò rifugio dalle persecuzioni naziste in Francia. Dopo l’invasione del Belgio, Fuchs scappò in Canada, dove morì, a 83 anni, il 25 febbraio 1982.

Attila Petschauer.

Attila Petschauer (1904-1943), schermitore ungherese, gareggiò nella squadra olimpica di sciabola, vincendo l’argento nella prova individuale e l’oro in quella a squadre ad Amsterdam, nel 1928.
Vinse l’oro anche 4 anni dopo, nel 1932, alle X Olimpiadi di Los Angeles.
Durante tali giochi olimpici, l’Italia ottenne il record di medaglie vinte: trentasei. Questo primato soddisfò pienamente Mussolini che vedeva nei
successi sportivi una delle migliori propagande possibili per il suo regime.
Poiché Petschauer era ebreo, fu deportato in un campo di concentramento ucraino dai nazisti. Riconosciuto dal colonnello Kalman Cseh (che gareggiò per l’Ungheria, nell’ippica, ad Amsterdam 1928), venne trattato peggio degli altri: fu torturato, immerso in acqua gelida e appeso per una notte ad un albero.
Morì assiderato diversi giorni dopo, nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 1943, per le conseguenze di quell’episodio.

Jhoann Trollman.

Il 9 giugno 1933, due pugili tedeschi, Adolf Witt e Jhoann Trollman (1907-1944), si  contesero il titolo di campione tedesco dei mediomassimi.
Vinse Trollmann, di etnia sinti, cioè zingaro, ma Witt era tedesco, quindi dichiararono il match neutro.

Il 21 luglio 1933 al vincitore proposero di competere nuovamente per il titolo, questa volta contro Gustave Eder. A Trollman fu vietato di muoversi dal centro del ring, quindi di vincere: mantenne la parola data, perdendo al quinto round.
In seguito fu costretto a combattere clandestinamente nei luna park, ma perdeva puntualmente a causa di insurrezioni razziali contro di lui. Dopo che gli revocarono la licenza di professionista nel 1934, visse ad Hannover dove il governo lo costrinse ai lavori forzati.
Nel marzo del 1935 ebbe una bambina e, nel luglio dello stesso anno, si sposò con Olga Frida Bilda. La Gestapo lo obbligò, tramite minacce di morte, a subire la sterilizzazione, come tutti gli zingari; nel 1938 fu costretto a divorziare per salvare la moglie e la figlia dalla deportazione.
Nel 1939 visse di nascosto in casa di uno dei fratelli, finchè non venne chiamato per combattere al fronte.
Tornò a Berlino nel 1941, ma dopo un breve periodo di riposo, venne deportato in un campo di concentramento: Neuengamme, vicino ad Amburgo. Morì il 31 marzo 1944, dopo tre anni di prigionia.

Teresa, Viola, Martina, Edoardo, Mattia e Alessandro, 3C Durazzo

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1 Comment
  • Mariacristina Ruggieri
    Posted at 15:07h, 01 Giugno Rispondi

    Un articolo davvero interessante, anche se tanto triste. È giusta la vostra volontà di ricordare episodi così… ingiusti.
    Bel lavoro.

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