Gli uomini passano, le idee restano

Gli uomini passano, le idee restano

Con questo toccante articolo, la classe 5A della scuola Manfredi riassume alcuni passaggi del libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando: il libro è stato, per loro, non solo un modo per conoscere un personaggio importante per la storia italiana, quale Giovanni Falcone, ma anche uno spunto di riflessione su quel radicato e terribile “atteggiamento mafioso” contro il quale tutti noi dovremmo reagire.

Lo stesso Giovanni Falcone, proprio perché eroe virtuoso, è già stato recentemente ospitato nelle pagine di Miniscoop, insieme a Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.

Durante i mesi scorsi, in classe, abbiamo letto insieme alla maestra il libro “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando.


La voce narrante è quella di un bambino di Palermo: per il suo decimo compleanno il papà gli regala una gita attraverso la sua città per spiegargli come mai, fra tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni.

Leggendo il libro scopriamo insieme al protagonista che il suo nome si ispira alla figura di Giovanni Falcone, magistrato italiano nato a Palermo nel 1939, il quale ha dedicato la sua intera esistenza a combattere le organizzazioni mafiose legate a Cosa Nostra.

Grazie al suo impegno “ad ogni costo” e al suo spirito di servizio, Falcone ha fortemente indebolito la mafia rendendo più forte lo Stato, fino al 23 maggio 1992, giorno in cui, all’altezza del paese siciliano di Capaci, un attentato mafioso uccide lui, la moglie e tre uomini della sua scorta.

“Ma vedi”, dice il papà del protagonista della nostra storia “… è un po’ come se tutta Palermo si fosse svegliata di colpo dopo la morte di Giovanni, è come se l’esplosione sull’autostrada avesse aperto gli occhi a tanta gente che prima dormiva… La bomba di Capaci è un gran botto che sveglia un po’ tutti, non solo a Palermo. Tutta l’Italia apre gli occhi: non si può vivere così, prigionieri di un mostro del genere”.

Il libro di Garlando ci ha permesso di conoscere Giovanni Falcone, come uomo e come magistrato, ci ha presentato il fenomeno della mafia e fatto riflettere su di esso.

Dal libro apprendiamo che mafia è una parola molto antica, apparsa per la prima volta in un vocabolario nel 1868. L’autore del vocabolario spiega che “mafia” è la miseria di chi crede che valga solo la legge del prepotente.

Ma soprattutto questa lettura ci ha fatto comprendere, attraverso numerosi esempi, che l’atteggiamento mafioso può assumere molte forme anche nella quotidianità e che tutti noi possiamo farne esperienza se nella nostra vita (a scuola, sul posto di lavoro o in altri ambienti sociali) incontriamo prepotenti che vogliono imporci con la forza ed il ricatto le “loro” leggi.
In quel caso sarebbe fondamentale non rimanere indifferenti, ma reagire perché “A forza di accettare l’ingiustizia, non vedrai più l’ingiustizia”: di questo veniamo avvertiti mentre leggiamo le pagine del libro.

Verso la fine del racconto il papà del protagonista dice a suo figlio “Non lasciarti ingannare dalla foto di Capaci: la storia che ti ho raccontato è la storia di un eroe vittorioso perché Giovanni ha vinto, ha stravinto… Ormai dovresti averlo capito”.

Giovanni Falcone diceva questa frase che ci ha profondamente colpiti: “Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”.

Classe VA, Scuola Manfredi

redazioneminiscoop
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1 Comment
  • Roberta
    Posted at 15:00h, 07 Giugno Rispondi

    Complimenti! Davvero un bellissimo articolo che spinge ciascuno di noi a riflettere e a diventare consapevoli .
    Vi auguro di diventare ” le gambe” sulle quali cammineranno anche in futuro le idee di giustizia per cui ha lavorato con tanta energia e coraggio Giovanni Falcone.
    Buona scuola media !

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