L’effetto farfalla – Riccardo P.

L’effetto farfalla – Riccardo P.

Effetto farfalla – il punto di vista di Riccardo P.

#annoscolastico2021-22

Quando si parla di effetto farfalla c’è una frase tratta da un film che ne riassume bene il significato: “Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

Ma come è possibile che una piccola azione, quasi insignificante, possa avere così grandi conseguenze?

In questi ultimi anni, ad esempio, si parla tanto di cambiamento climatico e di inquinamento atmosferico.

L’utilizzo da parte dei paesi ricchi e industrializzati di fonti di energia inquinanti (quali ad esempio centrali elettriche a carbone o a gas, auto a benzina o gasolio) sta portando a un innalzamento della temperatura media del nostro pianeta con conseguenze catastrofiche (scioglimento dei ghiacciai perenni, innalzamento del livello dei mari, inondazioni, uragani, ecc.).
La soluzione è il passaggio alle fonti di energia pulita (solare, eolico) o l’utilizzo di veicoli elettrici, anche se purtroppo molti stati non sono ancora disposti a rinunciare alle fonti di energia tradizionali.

Come singoli cittadini, nel nostro piccolo, possiamo cercare di adottare comportamenti “green”: ad esempio usare il meno possibile le auto private per gli spostamenti quotidiani ed utilizzare i mezzi pubblici, acquistare auto e veicoli elettrici non inquinanti, installare pannelli solari per il riscaldamento, ridurre il consumo della plastica in quanto prodotta dal petrolio sostituendola con prodotti biodegradabili.

Se ci pensiamo bene quindi, nella realtà ci sono tante piccole azioni che compiamo quotidianamente, e a cui non diamo molto importanza, ma che possono avere conseguenze positive o negative sulla vita di altre persone lontane migliaia di chilometri da noi.

Un esempio pratico di azione quotidiana con importanti conseguenze può essere l’acquisto di una T-shirt.

L’acquisto di una T-shirt è un gesto che ci impegna pochissimo tempo: basta anche un semplice “click” su un sito di acquisti on line e in pochi secondi abbiamo concluso l’acquisto che ci verrà recapitato a casa da un corriere. Ma quando acquistiamo una T-shirt dovremmo riflettere bene sulla sua provenienza.

Prima di decidere se acquistare la T-shirt dovremmo chiederci dove è stata prodotta, con quali materiali e fonti di energia e in che condizioni lavorano le persone che la devono produrre.

Ci sono infatti molti Stati nel mondo dove per produrre delle T-shirt a basso costo si utilizzano fonti di energia molto inquinanti e dove i lavoratori sono costretti a lavorare in condizioni disumante in cambio di un salario bassissimo o semplicemente per avere vitto e alloggio.

I lavoratori devono spesso lavorare anche 12-16 ore al giorno, non hanno diritto alle ferie e se si ammalano non vengono pagati e perdono il lavoro. In alcuni casi sono addirittura schiavizzati. In molte produzioni di abbigliamento (ad esempio magliette e scarpe, o peggio ancora nelle miniere) vengono utilizzati i bambini come lavoratori, privati quindi della loro infanzia e costretti a lavorare per ore in condizioni pessime. Molti di loro si ammalano e muoiono giovanissimi.

Nel nostro paese e nella maggior parte dei paesi più ricchi ed evoluti tutto ciò non è possibile perché ci sono leggi e regole che tutelano i lavoratori e vietano ogni forma di sfruttamento, soprattutto minorile. Purtroppo però ci sono alcuni stati dove non ci sono regole o leggi simili alle nostre, e dove lo sfruttamento dei lavoratori non è un reato. Produrre una maglietta in uno di questi stati, sfruttando i lavoratori, pagandoli pochissimo, utilizzando fonti di energia inquinanti, materiali scadenti e spesso anche tossici, ha però dei costi di produzione molto bassi e permette quindi di vendere la maglietta a un prezzo molto più basso rispetto a una stessa maglietta prodotta nel nostro paese.

Come consumatori abbiamo però un’arma potentissima: possiamo scegliere di non comprare le magliette prodotte in paesi che sfruttano i lavoratori e violano i diritti umani, scegliendo invece i produttori che li tutelano. Se tutti insieme decidiamo di acquistare da produttori che tutelano i lavoratori nei loro paesi e non inquinano l’ambiente, possiamo cambiare in positivo la vita di molte persone.

In parte ciò è già avvenuto perché alcuni marchi di abbigliamento e calzature molto famosi nel mondo che producevano i loro prodotti in questi paesi hanno dovuto spostare la produzione in altri paesi dove i diritti dei lavoratori sono più tutelati e garantire il rispetto dei diritti degli stessi nelle loro fabbriche.

Quando acquistiamo una maglietta in un negozio oppure on line cerchiamo quindi bene di capire dove è prodotta e se chi la produce rispetta i diritti dei lavoratori.

Magari pagheremo qualche euro in più una semplice maglietta ma con il nostro gesto d’acquisto avremo contribuito a migliorare la vita di tante persone anche lontane da noi.

È questo, in positivo, l’effetto farfalla!

Riccardo P., Classe III L, GLI SQUADRATI, Scuola Durazzo Sede. a.s. 21/22

N.B. Da questo link è possibile tornare all’introduzione per continuare la lettura degli altri articoli sullo stesso tema.

redazioneminiscoop
redazioneminiscoop@gmail.com
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.