Anne Frank. Una ragazza coraggiosa.

Anne Frank. Una ragazza coraggiosa.

Anne è una delle bambine vittime della seconda guerra mondiale. Nata a Francoforte, in Germania il 12 giugno 1929, la sua famiglia era ebrea e composta dalla madre Edith, dalla sorella maggiore Margot Elisabeth, dal padre Otto Frank e da Annelis Marie Frank detta Anne.

Dopo la conquista del potere in Germania da parte di Adolf Hitler, Otto Frank, vedendo la situazione degli Ebrei, iniziò a temere per il futuro della sua famiglia. Così nel Febbraio 1934 si trasferì ad Amsterdam nei Paesi Bassi, in un palazzo condominiale. Anne venne iscritta in una scuola pubblica.
Sembrava che la vita andasse bene, finché nel 1940 i Tedeschi occuparono l’Olanda. I Frank subirono le prime discriminazioni e nel 1942 decisero di nascondersi, per sfuggire alle deportazioni.
Il loro nascondiglio era celato in un piccolo appartamento, situato nel retro della fabbrica di Otto Frank.Durante la clandestinità, Anne scrisse il suo diario, un’attività che la distrae e la conforta: nel diario scrisse i suoi amori, i suoi pensieri, le sue paure e i suoi desideri.
Durante il giorno non potevano fare il minimo rumore, per non essere scoperti; il cibo gli veniva portato da amici di Otto: era scarso, ma bastava per la sopravvivenza.

Ogni giorno che passava, Anna si sentiva sempre più spaventata dai bombardamenti dei palazzi vicini da parte dei soldati Tedeschi.

Il 4 Agosto 1944 i clandestini furono traditi (ancora oggi non si conosce il responsabile) e deportati nei campi di sterminio.

La famiglia fu divisa: Anne Frank morì un anno dopo nel campo di Bergen-Belsen, insieme alla sorella maggiore e alla madre. L’unico sopravvissuto fu Otto Frank, che nel 1945 tornò nel rifugio segreto, trovò il diario di Anne e lo fece pubblicare, avverando il desiderio di sua figlia di diventare una scrittrice.

Il luogo dove si trovava l’alloggio segreto di Anne era costituito da due edifici di tre piani ciascuno (la casa e la fabbrica); all’ultimo piano della casa si trovava l’attico segreto, il cui ingresso avveniva tramite una scala, nascosta dietro ad una libreria girevole.

Le nostre riflessioni

Assistere all’adattamento teatrale del Diario di Anne Frank al Teatro Emiliani ci ha avvicinato alla realtà della persecuzione degli Ebrei e ci fa capire come mai ogni anno molte persone si recano a visitare la casa di Anne, che è diventata un museo.

La maestra Roberta, che l’ha visitata, ci ha raccontato come i visitatori ammutoliscano entrando nell’alloggio segreto e si crei un’atmosfera di grande commozione e rispetto. Abbiamo poi cercato su internet e cliccando sul link www.annefrank.org/secretannex abbiamo potuto fare una visita “virtuale” della casa.
Giovanni: “La storia di Anne Frank mi ha fatto pensare che la crudeltà noi siamo abituati a vederla nei film fantasy, attraverso le azioni – finte – di orchi, alieni e mostri, mentre in questa tragedia i cattivi sono degli esseri umani e la persecuzione degli Ebrei è successa veramente. Spero che simili errori non siano più ripetuti. Provo pena per il papà di Anne, che riuscì a salvarsi: chissà quanta tristezza ha provato quando ha saputo che la sua famiglia era morta”.

Bianca e Greta: “Noi pensiamo che Anne Frank fu molto coraggiosa, perché, anche se era in un momento difficile, è riuscita ad avere sempre pensieri belli e felici e che sia una ragazza da imitare. Come faceva ad essere sempre felice in un periodo così difficile? Noi vogliamo sempre tantissime cose, lei invece voleva soltanto tonare a saltare, a correre, ad andare in bicicletta ”.

Francesco: “Io penso che i Tedeschi non avrebbero dovuto ammazzare gli Ebrei, perché anche loro sono delle persone. La religione non c’entrava, poi, perché uccidevano anche gli omosessuali, gli zingari e i disabili.”.

Giorgia: “Secondo me non è stato giusto che gli Ebrei, per colpa della loro religione non potessero frequentare scuole normali, i bar, i cinema, i ristoranti, non potessero usare mezzi di trasporto e frequentare amici. Sicuramente è stato molto difficile per Anne vivere in otto, chiusi in un appartamento senza fare il minimo rumore, soprattutto con la paura di essere scoperti, dormire con l’ansia e non poter uscire”.

Kadenge: “Io penso che Anne Frank sarebbe una grandissima scrittrice, se fosse ancora in vita. Non provo solo pena o commozione e tristezza, ma soprattutto ammirazione nei confronti di Anne ed anche di tutte le persone che hanno vissuto questa terribile esperienza. Penso che la staoria di Anne possa insegnare una lezione importante”.

Cristiano: “Questa ragazza è una persona che ha un dono: non solo scrive cose profonde, ma pensa cose profonde. Questo diario ci fa capire che una persona può essere diversa da come ci appare: non provare ad essere qualcun altro, sii te stesso e non avere paura”.

Leonardo: “Io penso che siamo stati fortunati a non nascere in un periodo di persecuzioni e a non vivere nella paura di essere scoperti e portati in campi di concentramento”.

Giuseppe: “Mio nonno ha vissuto la guerra e aveva sette anni: dev’essere stato sconvolgente per lui. Mi ha sorpreso come Anne Frank resti felice nonostante la sua situazione. Non mi piace la guerra, perché non ha senso farla”.

Elisabetta: “Questa storia insegna che, anche se si è nelle difficoltà, bisogna sempre cercare di pensare al meglio, come Anne”.

Bianca: “Penso che gli Ebrei non sono diversi da noi e che non è giusto che non potessero fare le cose che noi facciamo, senza poter realizzare i loro sogni”.

Anna: “Io odio la guerra. Penso che Anne sia stata una ragazza coraggiosa e altruista: l’ho capito dal suo carattere allegro e spensierato, nonostante le sua difficoltà. Anche se la sua famiglia è perseguitata, lei tira sempre avanti e cerca di pensare positivo”.

Aurora S.: “Penso che il Giorno della Memoria sia degno di rispetto, perché bambini come Anne Frank, solo perché erano Ebrei, sono stati privati della libertà, costretti a nascondersi e divisi dalle persone più care.

Elisa: “Penso che questa storia sia molto commovente, perché parla di quanto possano essere crudeli e cattivi gli uomini e delle ingiustizie del mondo. Secondo me non bisogna fare del male a una persona, solo perché crede in un’altra religione o ha la pelle di un colore diverso”.

Devid: ”Penso che la storia di Anne sia ingiusta e molto triste”.

Filippo: “Penso che sia stato molto difficile vivere in quel periodo. Anna Frank è una bambina speciale, perché, nonostante la guerra e la fame, ha cercato di essere felice. Non bisogna fare la guerra, perché tante persone soffrono”.

Miranda: “Per me Anne Frank è stata una bambina molto coraggiosa, gentile e positiva, anche se sono sicura che aveva tanta paura. Secondo me aveva un bellissimo rapporto con la sua famiglia”.

Sara: ”Penso che Anne Frank è stata una ragazza coraggiosa perché pur dovendo nascondersi non era quasi mai di cattivo umore. Il suo diario contiene frasi meravigliose. La storia ci insegna che la razza o il colore della pelle delle persone non deve creare guerre. A volte gli uomini sono cattivi e crudeli”.

Aurora B.: ”Penso che la storia di Anne Frank ci debba insegnare a non commettere più errori come le guerre essere diversi è una bella cosa. Lo spettacolo teatrale ci ha fatto capire ancora meglio le difficoltà di Anne e la sua tristezza”.

Marco: “Era difficile vivere a quei tempi con la guerra ma Anne non si è mai abbattuta e ha cercato sempre di non essere triste. Vedere i filmati dell’epoca mi ha commosso”.

Classe 5A, Scuola Primaria L. Manfredi

redazioneminiscoop
redazioneminiscoop@gmail.com
2 Comments
  • Roberta
    Posted at 13:42h, 20 Febbraio Rispondi

    Grazie per le vostre riflessioni profonde e mature. Il diario di Anna costringe tutte le generazioni a guardarsi dentro e sa sempre suscitare pensieri importanti, per questa ragione è una lettura necessaria, direi fondamentale, poiché va diretta al cuore di ognuno.

  • Sara
    Posted at 19:52h, 26 Febbraio Rispondi

    Questo lavoro è stato molto interessante e mi ha colpito al cuore. La cosa che più mi è piaciuta di Anne è stato il suo buon umore nonostante tutto. Secondo me Anne è una ragazza coraggiosa e fantastica!

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