Igiene sì, ma con che cosa mi lavo?

Igiene sì, ma con che cosa mi lavo?

Vi presentiamo il contributo della classe I C, Scuola Durazzo Sede, per il progetto di Educazione Civica del primo quadrimestre 2020-21. I ragazzi dovevano produrre una sorta di giornalino con tanti articoli sul tema igiene da vari punti di vista…

#annoscolastico2020-21

La storia dell’igiene (Storia e Arte)

Immagine di Ecochimica S.r.l.

L’igiene nell’Antico Egitto:

In questa immagine dell’Antico Egitto, sono raffigurate tre persone che si puliscono a vicenda; solitamente si pulivano al mattino.
Qui per esempio la persona in mezzo sta pulendo i capelli di quella più a destra con una sorta di pettine bagnato con il latte. Infatti, gli Egizi si lavavano con il latte e l’acqua dei fiumi e le donne si truccavano con delle polveri.

L’igiene al tempo degli Etruschi:

Questa immagine mostra il popolo degli Etruschi, che nacque nel VIII secolo in Etruria, ovvero l’attuale Italia centrale.
Gli Etruschi sono noti per la cura e l’igiene, ma anche per la prevenzione. Grazie alla vicinanza dei vulcani, sfruttarono le sorgenti di acqua calda per curare varie patologie. Usavano molto le piante medicinali: ad esempio il ricino veniva usato come purgante, l’aglio e la cipolla come antibatterici ed il timo come vermifugo.

L’igiene al tempo dei Greci:

Questa immagine rappresenta le terme greche, che venivano utilizzate per l’igiene personale e per la cura del corpo. Le terme erano un luogo dove c’erano grandi vasche con diverse temperature; alle terme non si andava solo per l’igiene personale, ma anche per fare quattro chiacchiere; inoltre nelle terme grandi si potevano anche trovare palestre per l’esercizio fisico e librerie.

L’igiene al tempo dei Romani:

Gli Antichi Romani non si lavavano in casa, subito dopo essersi alzati. L’acqua corrente era un lusso che pochi ricchi potevano permettersi. Avevano l’abitudine di lavarsi prima del pranzo, facendo il bagno nelle terme o nei bagni pubblici.
Le terme romane erano edifici pubblici dotati di impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari. Rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l’Antica Roma, a partire dal II secolo a.C.. Alle terme poteva avere accesso quasi chiunque, anche i più poveri, perché l’entrata era gratuita. Le numerose terme erano un luogo di socializzazione, di rilassamento e di sviluppo di attività vive per uomini e donne.

L’igiene nel Medioevo: puliti addosso e tutto lo sporco in strada

Anche durante il Medioevo esistevano i bagni, ma persero l’aspetto di luoghi sociali, di incontro, di conversazione e di feste. Così, poco alla volta, i bagni pubblici medievali diventano ambienti equivoci e se in città ci si profuma, ci si acconcia e si affida il vestiario alla cure delle lavandaie, l’igiene delle strade non sembra la preoccupazione principale. È l’epoca in cui si getta tutto fuori dalla porta: così, nelle strade, ci si muoveva tra pozze e rivoli di acqua sporca e liquame dove navigavano escrementi.

L’igiene nel Rinascimento:

Durante l’epoca del Rinascimento le persone avevano smesso di lavarsi, come già nei secoli precedenti. Utilizzavano molto le parrucche che venivano cosparse di profumi per non sentire i cattivi odori.
Tra l’altro le parrucche avevano anche le pulci e visto che non si lavavano (cosa alquanto schifosa), le persone ricche, si facevano spulciare dalle loro serve.
La maggior parte dei matrimoni veniva celebrata nel mese di giugno, in seguito al bagno annuale che veniva fatto a maggio. In quel modo il fetore della coppia poteva essere ancora sopportabile. Per mascherare l’odore spesso venivano indossati mazzetti di fiori, che erano applicati anche alle carrozze.
Anche la pratica dell’igiene urbana era pressoché inesistente. Non esistevano collettori di acque nere né discariche. Non c’erano servizi igienici né fognature. I cittadini buttava dalle finestre ogni sorta di rifiuto. Si aspettava poi che l’acqua piovana trascinasse via i rifiuti…

In estate, poi, la situazione dell’igiene diventava del tutto insopportabile. Scoppiavano sovente epidemie di peste e febbri contagiose, che portavano a un altissimo indice di mortalità. Le città più grandi e affollate erano anche le più pestilenziali. Parigi e Londra risultavano essere le città più sporche.

L’igiene nella Rivoluzione Industriale: i primi sistemi fognari

Joseph Bazalgette, realizzò una delle opere ingegneristiche più interessanti della storia, dotando Londra, a partire dal 1852, di quella che ancora oggi è l’ossatura del suo impianto fognario: la capitale britannica divenne un esempio per il mondo moderno.
Si tratta di un progetto visionario per la sua epoca perché è costituito da una rete fognaria che copriva l’intera città e avrebbe dovuto evitare lo scarico delle acque reflue nel Tamigi, già allora pesantemente inquinato. Londra durante quegli anni è la più grande metropoli del mondo flagellata dal susseguirsi di epidemia di colera. Molti quartieri si sono popolati troppo velocemente e la città non è pronta, le condizioni igieniche sono pessime.

L’igiene nel XX Secolo:

Agli inizi del XX secolo ci fu un grande cambiamento riguardante l’igiene delle popolazioni occidentali: in seguito a grandi epidemie, furono vietate alcune abitudini, come ad esempio a Parigi, dove fu vietato buttare la spazzatura dalla finestra. In questo dipinto è raffigurata una donna assistita da una ragazza mentre si lava i piedi in una vaschetta all’interno di una piccola stanzetta buia.

L’igiene nel XXI Secolo:

A partire dal 2000 nelle sale operatorie si è incominciato a usare la Chirurgia Robotica. I chirurghi sono distanti dal campo operatorio e stanno seduti davanti ad un monitor dal quale possono comandare il movimento dei bracci robotici.

Tra i vantaggi possiamo elencare: la maggior precisione, una migliore visualizzazione, maggiore velocità nelle procedure (riduzione di infezioni e rischi per i pazienti), aumento della precisione e più sterilità durante l’intervento.

La pulizia durante il Covid-19:

A inizio 2020 nel mondo è apparso il Covid-19 o Sars-Cov-2. Durante questa emergenza sono sorte nuove regole per limitare la diffusione del virus. Questa immagine le riassume.

La pulizia in questo periodo è molto importante: bisogna lavarsi e disinfettarsi spesso le mani, poi bisogna tenere la mascherina per proteggere noi stessi e gli altri da questo virus.

Il virus ha come una forma a corona per questo è detto coronavirus.

Esperimento: come realizzare le bombe da bagno (Scienze)

Scopo del lavoro: realizzare delle “bombe” da utilizzare per un bagno rilassante e usando prodotti naturali, non nocivi per la pelle.

Conoscenza di partenza: noi non sapevamo ancora come si costruisse una bomba da bagno, ma sapevamo solo che impastando amido di mais e acqua si ottiene un composto duro e che il bicarbonato in acqua crea effervescenza.

Sappiamo, però, che quotidianamente per lavarci utilizziamo oltre all’acqua anche dei prodotti cosiddetti “detergenti”. I termini “detergenti” e “preparato per lavare” sono tra loro sinonimi. I detergenti sono prodotti essenziali di uso frequente nella nostra vita quotidiana. Infatti grazie alla loro capacità di rimuovere lo sporco dalle superfici, contribuiscono al mantenimento di una buona igiene personale, rimuovono la presenza di germi, ecc. Tali prodotti sono composti a base di tensioattivi che facilitano la rimozione della sporcizia che si trova sulle superfici da lavare in quanto diminuiscono le forze che tengono unito lo “sporco” alle superfici e aumentano le forze di attrazione tra lo “sporco” e il bagno di lavaggio. Per questo motivo è importante lavarsi con detergenti e saponi e non solo con acqua.

I detergenti si trovano sotto varie forme (liquido, polvere, pasta, barre, pani, ecc.). Essi si dividono in:

  • saponi (tensioattivi naturali)
  • detergenti sintetici

I detergenti, prima di essere messi in commercio, sono valutati per quanto riguarda la loro sicurezza per il consumatore e per l’ambiente.

Nel nostro esperimento siamo partiti tenendo presente che spesso i prodotti che compriamo possono essere dannosi per la nostra pelle, essendo di per sé degli irritanti primari e quindi, se usati senza le dovute precauzioni, possono causare dei danni alla pelle come dermatiti da contatto, irritative e allergiche. Occorre ricordare che i detergenti possono anche essere nocivi per l’ambiente. Infatti i tensioattivi, non essendo biodegradabili, si accumulano in superficie dando origine così ad abbondanti e spesse schiume nei corsi d’acqua, impedendo l’ossigenazione dell’acqua, limitando così le attività biologiche.

Le possibili soluzioni sono quelle di utilizzare cosmetici o detergenti eco-bio-compatibili che sono studiati per inquinare il meno possibile la casa e il mare e allo stesso tempo di non danneggiare la pelle. Anche per lavarsi basta poco bagnoschiuma, la schiuma è bella da vedere ma inquina e in più la pelle ne risente con secchezza e disidratazione che favoriscono l’insorgenza delle dermatiti.
Sapevamo che avremmo incontrato un cosmetologo (Luigi Barbieri) che ci avrebbe aiutato a preparare questo prodotto.

Materiale utilizzato:

  • bicarbonato di sodio (circa 3 cucchiai)
  • amido di mais (circa un paio di cucchiai)
  • un boccettino di colorante alimentare
  • olio essenziale
  • olio d’oliva
  • acido citrico
  • acqua

Strumenti utilizzati:

  • piatto o ciotolino di plastica
  • un cucchiaino
  • un cucchiaio
  • uno spruzzino per acqua
  • contenitori per muffin

Esecuzione dell’esperimento:
Per prima cosa abbiamo rovesciato il bicarbonato di sodio, l’amido di mais, l’acido citrico, un cucchiaio circa di olio di oliva nella ciotolina di plastica.

Abbiamo mescolato questi ingredienti.
A questo punto vengono inseriti il colorante alimentare, l’acqua (si procede a mescolare) poi si aggiunge l’olio essenziale e si mescola nuovamente.

Osservazioni: al termine di queste fasi, abbiamo notato che il il composto aumentava di volume e diventava di una consistenza morbida come schiuma da barba.

Abbiamo infine inserito il prodotto nel contenitore per muffin, appiattendolo.

Osservazioni nel tempo: passate alcune ore il composto è diventato tipo sabbia bagnata con acqua.

Risultato: sono state realizzate le bombe da bagno da versare nell’acqua e utili per rilassarsi, profumarsi e divertirsi durante il bagno!

Concludendo, da questa attività abbiamo imparato che esistono delle sostanze di utilizzo quotidiano che possono essere nocive sia alla pelle sia all’ambiente. Dall’esperimento effettuato con il cosmetologo abbiamo imparato che si possono realizzare dei prodotti con sostanze naturali che non sono dannose per la pelle e per l’ambiente.

Se il sapone, per esempio, viene scaricato in mare (o nei fiumi), alcuni suoi componenti chimici possono favorire un’anormale crescita delle alghe che – nutrendosi dell’ossigeno in acqua – quando sono presenti in concentrazioni troppo elevate, lo sottraggono ai pesci facendoli morire. Noi nel nostro piccolo, per evitare che questo accada, possiamo cominciare a controllare sulle etichette dei prodotti quali sono i loro componenti e se ce ne sono di pericolosi, ricordandoci (come ci ha spiegato il cosmetologo) che questi sono elencati in ordine di quantità dal maggiore al minore.

La linea temporale dell’igiene – Timeline of cleaning (English)

The Mount Sapo (English)

Soap gets its name from Mount Sapo, probably a hill area nearby Rome Italy.  The ancient legend tells the story about women washing their togas at the Tiber River just below the mountain. Mount Sapo was the place where the populations sacrificed animals. A simple but important discovery came from those offerings, which would change customs for centuries to come.  From the altar, fats mixed with ashes ran down the hillside to the river. The washerwomen at the base of the river found that this “sapo clay” was better for washing clothes, skin and fur. 
Whatever the truth of the legend, many languages get their names for the product from the word sapo. In Italian it’s called “sapone”, in French “savon” and English, of course, “soap”.

La leggenda del Monte Sapo

Il Monte Sapo è una montagna immaginaria che dovrebbe esistere da qualche parte vicino a Roma.
Appare in una fantasiosa leggenda sulla storia del sapone che cerca di spiegare le origini del nome. Il racconto si trova anche in una serie di fonti online, tra cui il sito web di The Soap and Detergent Association.
La storia del Monte Sapo spiega che sulle sue pendici gli antichi romani sacrificavano gli animali come offerte agli dei. La cenere di legno dai fuochi dei loro altari mescolata con il grasso dei sacrifici degli animali, formava un tipo primitivo di sapone. Questo sapone scorreva lungo le pendici del Monte Sapo fino a raggiungere le rive argillose di un ruscello vicino, dove la gente del posto ha scoperto che questa sostanza aiutava a ottenere un buon pulitore di biancheria. Il sapone prende il suo nome latino, sapo, dal nome della montagna.

Classe I C, Scuola Durazzo Sede

redazioneminiscoop
redazioneminiscoop@gmail.com
2 Comments
  • MELANIE
    Posted at 15:58h, 22 Ottobre Rispondi

    Grande lavoro, molto completo, complimenti! Si vede che si è trattato di un lavoro di squadra con tanti docenti coinvolti, ognuno portando le proprie competenze per guidare i ragazzi… Complimenti anche a loro per il lavoro finale realizzato…

  • Elisabetta Pastorino
    Posted at 16:51h, 22 Ottobre Rispondi

    Grandissimo lavoro, molto articolato e ricco di informazioni, bravissimi i docenti a mettere insieme tutto il materiale prodotto dai ragazzi, il risultato finale è davvero eccelso.
    Complimenti ai ragazzi per il loro impegno.

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