In classe con tre amici africani

In classe con tre amici africani

Una mattina a scuola sono venuti a trovarci tre uomini africani, che vengono da stati diversi. Fanno parte dell’Associazione “Mabota” che è composta da persone che vivono a Genova: alcune vengono da vari stati dell’Africa sub sahariana, altre sono italiane, come Teresa, la mamma di una nostra compagna di quarta, che è venuta insieme a loro.

All’inizio si sono presentati: Lemba, che è il presidente dell’associazione, è nato nella Repubblica Democratica del Congo, ma vive a Genova, con la sua famiglia, da 21 anni; Ndom viene dal Camerun, anche lui ha due bambini che sono nati  qui, infine c’era Maika, il più giovane, che è arrivato in Italia dalla Tanzania da soli tre mesi. Prima Lemba ci ha fatto vedere sulla LIM una cartina della Repubblica Democratica del Congo e ci ha spiegato che è grande come nove volte l’Italia. Poi ci ha mostrato delle fotografie. Tra queste ci hanno colpito soprattutto quelle di bambini che giocano a calcio, con palle di carta fatte da loro e di altri giocattoli che si costruiscono da soli, come gli aquiloni e le macchinine fatte con bottiglie di plastica e fil di ferro.

Abbiamo anche scoperto che fanno molti giochi come noi, come la dama. Poi abbiamo visto alcune fotografie della scuola “Maman Gina Kumbi Kumbi” che si trova a Kinshasa, la capitale della R.D. del Congo.

Lemba ci ha detto che le classi sono molto più numerose delle nostre: sono formate da un minimo di trenta alunni fino a un massimo di cinquanta. Dalle foto abbiamo visto che tutti i bambini indossano la divisa.

Con questa scuola inizieremo presto un gemellaggio: ci scriveremo delle lettere, delle mail e ci vedremo per mezzo di Skype. Il problema più grande è che i bambini di Kinshasa parlano francese, ma Lemba ci ha detto che durante i collegamenti ci farà lui da interprete.

Maika ci ha fatto vedere un video delle danze tradizionali del suo popolo che è quello dei Masai e ci ha detto che quelle danze vengono insegnate anche a scuola; questo ci ha stupito molto.

Alla fine siamo andati in giardino e ci hanno insegnato alcuni giochi che fanno i bambini africani.

Nel primo gioco Ndom e Maika si sono messi uno di fronte all’altro e battevano le mani uno contro quelle dell’altro e contemporaneamente cantavano una canzoncina.

Noi bambini ci siamo messi in fila, formando un trenino e dovevamo passare sotto al ponte formato dalle loro braccia. Quando finivano il ritornello tiravano giù le braccia e intrappolavano il bambino che stava passando in quel momento. Quel bambino doveva scegliere se mettersi dietro a “caramella” che era Maika o “cioccolato” che era Ndom. Quando tutti erano stati presi ed erano divisi nelle due squadre, i due caposquadra intrecciavano le mani e iniziavano a tirare ognuno dalla propria parte, con l’aiuto dei bambini che dietro di loro tiravano uno attaccato ai fianchi dell’altro. Vinceva la squadra che riusciva a tirare più forte.

Ci siamo divertiti moltissimo, infatti l’abbiamo voluto fare due volte.

Dopo Maika ci ha insegnato un altro gioco del suo paese che si chiama “Nemareio” che in italiano si traduce ”cuore”.

Tutti i bambini si devono prendere per mano formando un cerchio e cantando una canzone si devono spostare da una parte all’altra, formando un grande cuore.

L’ultimo gioco è stato il salto con la corda: mentre Ndom e Maika la facevano girare, noi dovevamo saltare; veniva eliminato chi non riusciva a superare i 10 salti.

E’ stata una giornata stupenda; all’inizio avevamo un po’di ansia perché non li conoscevamo, sapevamo che venivano da un altro continente e non pensavamo che sapessero parlare così bene l’italiano.

Ci ha stupito soprattutto vedere come sanno usare bene internet e il computer.

Qualcuno di noi era un po’ preoccupato perché aveva paura di offenderli dicendo qualcosa di sbagliato, così loro avrebbero pensato che noi italiani siamo maleducati e strani.

Invece è stata un’esperienza fantastica, che vorremmo rifare presto.

locandina mabotaUltima notizia: Lemba e i suoi amici ci hanno invitati ad andare ad una festa che organizzeranno il 14 maggio in Piazza Piccapietra e lì potremo fare un collegamento in diretta, tramite Skype, con i bambini della scuola Maman Gina Kumbi Kumbi.

La festa è aperta a tutti, venite anche voi.

Silvia, Mattia, Lucia e Alice, classe 3, scuola primaria Da Verrazzano

redazioneminiscoop
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