Basterebbe un traghetto

Basterebbe un traghetto

Il giorno lunedì 21 marzo io e la mia classe siamo andati ad assistere ad un incontro sul razzismo presso la libreria Feltrinelli; il 21 marzo infatti, oltre a essere il primo giorno di primavera, è anche la giornata mondiale contro il razzismo ed io credo che debba ricevere qualche attenzione in più.

La parola “razzismo” ci riconduce automaticamente alla parola “migranti”, poiché essi sono considerati come degli intrusi di una razza inferiore ed è per questo che la gente non dà loro la minima fiducia.

Siccome si vuole evitare che il turismo in Italia diminuisca a causa di traghetti colmi di povera gente, viene loro impedito di viaggiare su comode navi quasi vuote ad un prezzo ragionevole; i migranti devono perciò ricorrere agli scafisti, persone crudeli che sfruttano a scopo di lucro il dramma di moltissime persone in fuga da paesi in guerra o poverissimi, imponendo loro somme esagerate per attraversare il breve lembo di mare che separa il continente africano da quello europeo. Il viaggio inoltre avviene in condizioni tremende e con un enorme rischio di naufragio.

Per fare in modo che la quantità dei migranti sia ben distribuita in tutti i paesi europei è stata approvato il programma di costruire degli Hot spot, cioè dei centri di accoglienza e di smistamento nei paesi più esposti ai nuovi arrivi; attualmente ne esistono solo due per cui si crea nei territori in cui sbarcano i migranti un sovraffollamento e una specie di ghettizzazione. Ed è per questo che  molti percepiscono il fenomeno della migrazione come molto distante da loro, accettando facilmente che a pagarne le conseguenze sia solo, ad esempio, l’isola di Lampedusa che dovrebbe in realtà offrire solo i primi soccorsi.

Per evitare tutto questo basterebbe un semplice traghetto che potesse trasportare i migranti come normali passeggeri paganti, o ancora meglio sarebbe mandare degli aiuti anche di tipo economico agli Stati del cosiddetto “terzo mondo” da parte dei governi e non solo grazie alle associazioni non governative, per evitare che le persone che vivono in quegli Stati debbano fare un’enorme strada per avere una vita dignitosa.

Durante l’incontro abbiamo discusso anche dei Rom che vengono ancora oggi considerati un popolo inferiore. Da sempre i gitani hanno vissuto da nomadi ed è per questo che vivono in condizioni di grande arretratezza. Purtroppo anche se volessero trovare un lavoro dignitoso non potrebbero, poiché solo per il fatto di essere zingari sono ritenuti una seconda scelta.

In conclusione, dopo l’appassionante incontro a cui abbiamo partecipato, ho dedotto che non bisogna assolutamente generalizzare, ma al contrario è necessario ascoltare la storia di tutti poiché le persone non sono tutte uguali. Si può trovare il marocchino che fa un lavoro onesto come quello che spaccia,  il Rom che ruba e quello che vuole integrarsi; perciò è necessario conoscere ognuno singolarmente e non solo l’etnia a cui appartiene.

Riccardo P. – 3°L -Scuola media Durazzo

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  • Alice
    Posted at 20:54h, 25 Maggio Rispondi

    Bravissimo Riccardo P., certi adulti sono proprio sciocchi a considerare solo il colore della pelle o il paese di provenienza,siamo tutti della stessa specie e abbiamo tutti il diritto di essere accettati, che si sia Europei o altro, siamo tutti diversi fuori ma uguali dentro.

  • Artur
    Posted at 11:38h, 01 Giugno Rispondi

    giustissimo Alice! Condivido il tuo commento

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