Scrittori di classe, cronisti di sport: “Dimosterò quanto valgo!”

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Scrittori di classe, cronisti di sport: “Dimosterò quanto valgo!”

I ragazzi della 2D e della 2E della scuola Durazzo hanno partecipato al concorso «Scrittori di classe, cronisti di sport» promosso dalla Conad. Questo il loro racconto ispirato a Gennaro Gattuso e al tema del sacrificio.

DIMOSTRERÒ QUANTO VALGO!

Andrea è una ragazzina di 12 anni e ha un sogno: giocare a calcio in una squadra ed essere un grande portiere. Andrea vorrebbe giocare titolare nella squadra della scuola, “I Leoni”. Purtroppo, però, il ruolo è già occupato dal figlio del grande Brando Moretti (ex portiere della nazionale italiana, detto “La saracinesca” perchè non faceva passare una palla): Lupo. Questi, a differenza del padre, è molto vanitoso e prepotente.

Andrea, bassa, magra, folti capelli castani, legati in una lunga coda, e occhi verde prato, essendo una femmina, non viene considerata dai compagni e viene presa in giro per il suo sogno. Probabilmente avrebbe già lasciato perdere, ma sua nonna Matilde e il suo migliore amico, Fabio, l’hanno incoraggiata ad allenarsi per migliorare.
Fabio e Andrea si conoscono dai tempi dell’ asilo e sono migliori amici, nonostante Andrea preferisca il calcio e Fabio il basket.

Anche nella squadra di calcio Andrea ha, per fortuna, degli amici che la difendono: sono il numero 4, Fabrizio; il numero 7, Paolo; e il numero 15, Said.

Un giorno Andrea viene svegliata da nonna Matilde che le dice: “È arrivata una persona che vorrebbe conoscerti… Ti presento tuo zio! Quando avevi sette anni partì per andare a giocare come portiere nella Championship (serie B inglese)”. Zio e nipote si guardano: lo zio è alto 1.90 m circa, la supera abbondantemente, ha occhi azzurro-ghiaccio e capelli corti castani con una lunga ciocca bionda tenuta dietro l’orecchio. Lei gli dice: “Davvero sei un portiere così forte?!”

Lo zio annuisce e dice: “Nonna Matilde mi ha raccontato che hai un problema con la tua squadra e sono qui per aiutarti a realizzare il tuo sogno”.
“OK, ma… Come pensi di aiutarmi?”
“Lo scoprirai domattina…” risponde misterioso lo zio.

Andrea, quindi, va al campo de ” I Leoni” con i suoi compagni Fabrizio, Paolo e Said.
Lupo e i suoi scagnozzi, Orso (l’armadio) e Volpe (l’astuto) – a pensarci la loro squadra sembra un bosco! – si avvicinano e Lupo dice: “Vedo che non vi siete neanche presi la briga di arrivare in orario! Dovete sbrigarvi, non vi vorrete perdere le mie magnifiche parate e non farò il bis per voi…”

“Lupo, non essere scortese!”. Il signor Moretti sbuca alle spalle del figlio proprio mentre quest’ ultimo si sta prendendo gioco di Andrea e dei suoi amici. Lupo si scusa con il padre, ma, appena Brando si allontana, Volpe dice a Said, che è afroamericano: “Tagliati quei capelli da clown! Questo non è un circo!” e, ridendo, il trio si allontana. Finito l’allenamento, Andrea torna a casa, cena e va subito a letto… La giornata l’ha stravolta!

La mattina dopo, lo zio Emanuele porta la nipote nel campo da tennis vicino a quello de “I Leoni”, dove lei si allena. Sono presenti anche nonna Matilde e Fabio. Andrea si guarda intorno: è un normale rettangolo di terra rossa, rovente sotto il caldo sole primaverile; vicino alla rete si trova un lancia-palle carico. Allora lei chiede allo zio perché si trovino in un campo da tennis.
Lei e lo zio si guardano. La bocca dello zio accenna un mezzo sorriso, poi l’uomo le dice: “Ti ho portato qui per allenarti sui riflessi, a questo scopo ho affittato quella macchina lancia-palle: è così che sono diventato quello che sono!”
“Davvero?!” domanda Andrea, incredula.
“Fidati di me…”
“OK, cosa devo fare?”, chiede incuriosita la ragazza.
“Mettiti davanti a quella rete! Io ti bersaglierò con il lancia-palle. L’ obiettivo è quello di fare passare meno palle possibili nell’altra metà del campo.”
“Va bene, cominciamo!”

Andrea prende posizione e lo zio aziona la macchina. La nipote viene continuamente bersagliata da decine di palline, ma senza alcun risultato: la maggior parte oltrepassa la rete. Andrea, ormai stanca di quel metodo, si rivolge allo zio: “Sono stanca! Questa mi sembra solo una perdita di tempo, vado a casa…Vieni Fabio, andiamo!”

A nulla valgono i tentativi di Fabio e di nonna Matilde di farle cambiare idea. La ragazza si allontana dal campo da tennis da sola.

Verso l’ora di cena, lo zio raggiunge la nipote nella sua cameretta: la ragazza è sdraiata sul suo letto a pancia in giù e lo zio le dice:” Sai che da ragazzo ero proprio come te?” Andrea sta in silenzio… “Ero un portiere molto bravo, ma nella mia squadra ce n’era sempre uno più forte di me. Allora io mi allenai più duramente e con più determinazione; magari dovevo fare cose importanti, ma gli allenamenti avevano la precedenza. Ci saranno sempre persone più forti di te e sono queste che ti spingono a superare le tue capacità, grazie al sacrificio e all’allenamento.” Andrea, però, non ha voglia di ascoltare, e lo zio se ne va scoraggiato.

Il giorno dopo, al campo de “I Leoni”, c’ è una gara tra portieri: chi parerà più rigori su 10 tiri si aggiudicherà la vittoria. Anche Andrea è al campo…La ragazza osserva Lupo che è in porta ad aspettare il primo rigore: è piuttosto alto e robusto, ha capelli neri corti e occhi marrone scuro, che ostentano sicurezza. Tutti i ragazzi sono intimoriti da lui, nonostante abbia solo 12 anni. Andrea, al contrario, non ha paura di lui. Non ha timore di affrontarlo, è determinata a sostenere la gara, vuole dimostrare che il calcio non è uno sport esclusivamente maschile, che non rinuncerà al suo sogno e non si accontenterà di giocare a pallavolo, come tanti compagni di classe, schernendola, le hanno sempre detto.

La gara inizia… Andrea e Lupo si affrontano a colpi di rigore. Alla fine la disputa si conclude con questo risultato: otto rigori parati per Lupo e due per Andrea.

Tornata a casa, la ragazza pensa alle parole dello zio e si convince che ha sbagliato tutto mollando l’allenamento speciale. Andrea non ha la minima idea di dove sia zio Emanuele. In casa della nonna non c’è… Poi si ricorda del campo da tennis e va a cercarlo lì. Arrivata, lo vede vicino al lancia-palle, si avvicina a lui e gli dice: “Mi dispiace zio, non ti ho ascoltato ed ho perso l’unica possibilità che avevo per dimostrare quanto valgo!”
Lo zio le risponde per tranquillizzarla: “Non ti preoccupare! A tutti viene data una seconda possibilità, l’importante è che tu abbia capito che, per raggiungere un obbiettivo, ti devi allenare duramente anche senza la squadra.” Dopo una lunga pausa lo zio aggiunge:”Dai, ora preparati che iniziamo l’allenamento!”
Andrea si mette nuovamente dalla rete e lo zio attiva la macchina del lancia-palle; all’inizio la ragazza sembra non riuscire, ma dopo qualche secondo la situazione si ribalta completamente; Andrea respinge ogni palla e alla fine dell’allenamento, nell’altra parte del campo, si contano solo una quindicina di palline.
Lo zio, soddisfatto, dice ad Andrea:”Bene, ancora una settimana di allenamento e sarai pronta per affrontare Lupo!” Detto ciò, lo zio fa cenno ad Andrea di tornare a casa con lui.

Durante la settimana, la ragazza si allena sotto lo sguardo attento dello zio; ogni giorno le palline nell’altra metà del campo diminuiscono, fino a che non ne rimane neanche una. “Sei pronta! Adesso puoi affrontare Lupo!”

Il giorno dopo, al solito campo, c’è un’altra gara tra portieri. Andrea è molto nervosa, ma al tempo stesso molto determinata a vincere. La nipote e lo zio prendono l’automobile e raggiungono il campo. Incontrano Lupo e la banda del bosco, che, come al loro solito, si vantano: “Cosa cerchi di fare? Vincere? Ma se non sai neanche che forma ha il pallone… Tornatene a casa e ti risparmierai ulteriori figuracce!” , “Vai a giocare a pallavolo, chè è meglio!” aggiunge Orso. Andrea non risponde, vuole dimostrare in campo quanto valga realmente.

“I Leoni” entrano in campo e i portieri si posizionano. La gara di rigori comincia!

Lupo para nove tiri, è convinto, ormai, di avere la vittoria in tasca e si pavoneggia davanti ad Andrea: “È stata la mia migliore prestazione, così la tua umiliazione sarà ancora più grande.” La ragazza sembra rassegnata, si convince che ormai la vittoria sarà di Lupo, però gioca ugualmente. Si posiziona in porta, le tremano le gambe, ma, appena parte il tiro, si ricorda dell’allenamento nel campo da tennis e riesce a bloccare la palla. Fa così anche con i tiri successivi… Dopo l’ottava parata Lupo inizia a preoccuparsi; quando Andrea para anche gli ultimi due tiri, per la rabbia il ragazzo va a farsi la doccia.

Andrea, tornata a casa, festeggia con la nonna, il suo amico Fabio e lo zio Emanuele, il suo allenatore. Quest’ultimo dice alla nipote: “Ottimo lavoro, sapevo che l’allenamento sarebbe servito!”
La settimana seguente, il giorno della prima partita di campionato, lo zio e Andrea si dirigono al campo. Il mister, nello spogliatoio, elenca la formazione e, arrivato al nome del portiere, tutti sono con il fiato sospeso. Lupo è già in piedi, pronto ad essere chiamato. L’allenatore dice: “Il portiere che giocherà titolare sarà… ANDREA!”

I compagni, increduli, guardano Lupo e poi Andrea. “Un portiere donna titolare nella MIA squadra?” sbotta Lupo, guardando gli altri ragazzi in cerca di appoggio. Nessuno, però, osa parlare. La decisione del mister ha lasciato tutti senza parole. Dopo alcuni minuti di silenzio Fabrizio grida: “Brava Andrea! Sei la migliore!” e tutti, dappprima timidamente e poi con vigore e convinzione crescenti, cominciano ad applaudire e ad esultare.

Un boato di cori entusiastici si leva dallo spogliatoio. Lupo, livido dalla rabbia, scappa via facendosi largo a spallate tra i compagni. E Andrea, finalmente, può godersi il suo momento di gloria. Tutti i suoi sacrifici sono stati premiati… D’ora in avanti sarà lei la titolare!

Mattia D., Emanuele R., classe 2°D, Scuola Secondaria di Primo Grado Clelia Durazzo

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