Invitation au voyage

Invitation au voyage

Bonjour! TU, che stai leggendo questo articolo, forse non parli francese ma ti potrebbe comunque interessare l’esperienza che abbiamo vissuto durante la nostra breve ma intensa vacanza-studio en France. Se continuerai a leggere, scommettiamo che anche tu avrai voglia di vivere la stessa avventura.


No, dai, scherziamo!

Erano le 7.15 di lunedì 26 marzo quando tutti noi, alunni delle classi III A e III C, eravamo pronti per affrontare le quasi tre ore di viaggio che ci avrebbero portati a conoscere luoghi inesplorati (o quasi): la Côte d’Azur.
Salutati i genitori, iniziò la sanguinosa lotta per… i posti in fondo al pullman!

Il viaggio trascorse serenamente (con musica a tutto volume) fino a Èze, un meraviglioso borgo medievale arroccato su un ripido monte a strapiombo sur la mer.
Prima di entrare nel giardino botanico e artistico, siamo stati accolti dai tipici profumi locali di lavande, saponi e spezie varie.

La vista mozzafiato sull’immenso mare e l’entroterra ha risvegliato il nostro istinto fotografico: e vai di selfie e foto di gruppo!

Ripreso il nostro pullman, dopo curve e curve in discesa, siamo arrivati al CMEF, Centre Mediterranéen d’Études Françaises, la nostra base per tre giorni.
Appena entrati siamo rimasti colpiti dall’immenso parco fiorito che circondava i piccoli edifici dove alloggiavamo.

Dopo la sistemazione in camere, il Grand Chef ci aspettava nel maestoso anfiteatro, opera di Jean Cocteau, per istruirci delle regole da rispettare per non scatenare la sua pericolosa ira.

Et c’est parti pour quattro ore di lezioni in francese!
Guidati dalle nostre insegnanti madrelingua, abbiamo compilato schede, cantato, fatto tanti giochi tipo “l’impiccato”, creato dialoghi, guardato video-clip, letto fumetti, disegnato personaggi, ripassato nazionalità, cibo e vestiti, parlato di cultura e civiltà del mondo…

Et c’est fini! Liberté!
Con gli altri studenti presenti, provenienti da Dubai, Abu Dhabi e Bergamo, abbiamo giocato a calcio, calcio Balilla e ping pong, chiacchierato (in inglese!) e anche… litigato!
Non vedevamo l’ora di riempire i nostri pancini con leccornie francesi ma, alla vista del würstel rosso fosforescente, tipo formaggino babybel… abbiamo ripiegato sulla baguette!

La sera ci aspettava una discoteca improvvisata con crêpes à volonté per accompagnare i nostri balli scatenati ed internazionali!
Sfiniti e spaventati dalle ripetute minacce dei professori nel caso avessimo OSATO uscire dalle camere dopo le 23.00, abbiamo dormito come dei ghiri fino al Bonjour tout le monde! del risveglio mattutino.
Colazione, lavaggio-dei-denti-accompagnato-da-un-ragno-gigante-geneticamente-modificato-trovato-nel-lavandino-di-Filippo, lezioni di francese, pranzo… e partenza alla scoperta di Nizza.

Per entrare al MAMAC (Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain) bisognava superare una prova difficilissima: passare attraverso un metal detector super sensibile e corrompere una guardia gemella di Caronte. Però ne è valsa la pena perché, passata una parete di sedie impilate su un’altezza di circa 20 metri, il MAMAC è il museo più stravagante che abbiamo mai visto!

Lì avrete una prospettiva scombussolata degli oggetti quotidiani: scoprirete che una sedia, una scopa o dei rifiuti possono diventare opere d’arte, troverete macchine (vere!) sfasciate appese alle pareti (artista: César), vi appassionerete per il colore blu di Yves Klein, farete conoscenza con un ex-artista di strada diventato miliardario grazie ai suoi pensieri trascritti in bianco e nero, Ben.
Prima di uscire c’è ancora l’ultima “beffa”: una stanza in allestimento, con scatoloni di cartone e mobili ammucchiati in centro, che invece di un trasloco in corso è risultata essere anche lei un opera d’arte per lo meno ambigua.
Non andate via prima di salire sul tetto, dove vi aspetta la forêt amazonienne, una terrazza-giardino equatoriale con vista splendida su tutta la città di Nizza.

Per attraversare le Vieux Nice, le prof ci hanno lasciato 20 minuti di autonomia e, come un gregge di pecore, ci siamo precipitati nei negozi per fare riserve di caramelle e biscotti!
Il centro storico di Nizza è molto diverso da quello di Genova: le case sono più colorate, allegre e basse. Ci sono più negozi di vestiti, souvenirs e artigianato nei vicoli, che sono d’altronde più larghi e puliti (non puzzano di pipì!).
Abbiamo notato tanti tavolini all’aperto davanti ai ristoranti e bar.

Giunti al Cours Saleya, una piazza che ospita quotidianamente un profumato e variopinto mercato di fiori, abbiamo iniziato la scalata verso il parco del castello con una vista panoramica sulla città, il mare e la Promenade des Anglais.

Scendendo attraverso il parco ci siamo imbattuti in una magnifica cascata che rifletteva l’arcobaleno, rinfrescandoci negli spruzzi!

Il mercoledì era già ora di preparare le valigie, non prima però della nostra ormai routine colazione-lavaggio-dei-denti-accompagnato-da-un-ragno-gigante-geneticamente-modificato-trovato-nel-lavandino-di-Alessandro, lezioni di francese e pranzo!
Ultimo pit-stop a Menton, per visitare il Museo Jean Cocteau, con la sua bellissima architettura moderna, fare due passi nel centro storico e comprare un pensierino ricordo per casa.

Il passaggio della frontiera è stato accolto con i nostri “Evviva!” ma nello stesso tempo una piccola morsa al cuore all’idea che questo momento tutti insieme stesse per finire…

Ecco il video di questo bellissimo, indimenticabile viaggio!

 

Classi III A e III C, Scuola C. Durazzo

redazioneminiscoop
redazioneminiscoop@gmail.com
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.