Franca Viola: la prima donna ad opporsi al “matrimonio riparatore”

Franca Viola: la prima donna ad opporsi al “matrimonio riparatore”

Per l’albero delle persone giuste, la classe 3°C, Scuola Durazzo, sceglie una persona simbolo della lotta a favore della libertà e della dignità delle donne: Franca Viola. Questa donna, in un’Italia non troppo lontana, si oppose a usanze che calpestavano le donne in nome della morale dell’apparenza e dell’onore salvaguardato. Inoltre il suo gesto contribuì a migliorare la legge in materia di stupro.

Franca Viola fu la prima donna ad opporsi al “matrimonio riparatore” e, grazie a lei, lo stupro divenne, solo nel 1996, reato contro la persona.


Viola nasce ad Alcamo, in provincia di Trapani, il 9 gennaio del 1947; figlia di due contadini, a quindici anni si fidanzò con Filippo Melodia, nipote di mafiosi; successivamente egli venne arrestato per furto e il padre di Viola annullò il fidanzamento.

Di conseguenza Melodia, a causa delle decisioni del padre della ragazza, rapì e segregò Viola e suo fratello Mariano; prima li portò in un casolare e stuprò la ragazza, successivamente rilasciò Mariano e nascose Franca a casa di sua sorella.

Lo stupratore propose alla famiglia un incontro per accordarsi sul “matrimonio riparatore”: quando una donna veniva violentata, l’unico modo per ripristinare il suo onore era obbligarla a sposare l’uomo in questione.

La famiglia di Viola finse di accettare l’unione tra i due, invece contattò la polizia che, all’alba del 6 gennaio 1966, fece irruzione nell’abitazione mafiosa liberando Franca e arrestando i malavitosi.

Filippo Melodia venne condannato a undici anni di carcere, ridotti a dieci, con l’aggiunta di due anni di soggiorno obbligato nei pressi di Modena.
Melodia uscì dal carcere nel 1976 e fu ucciso da ignoti nel 1978.

Franca si sposò nel 1968 con il giovane Giuseppe Ruisi, ragioniere, che insistette nel volerla come moglie.
Il marito, in un’intervista, affermò: “Meglio vivere dieci anni con Franca che tutta la vita con un’altra persona”.

La coppia ebbe due figli, si trasferì a Monreale, per i primi tre anni di matrimonio, per poi tornare ad Alcamo.
I due sposi furono ricevuti da Papa Paolo VI in un’udienza privata; Franca diventerà simbolo di libertà e dignità. Grazie a Viola le leggi cambiarono e lo stupro non venne più considerato come reato “contro la morale”, ma “contro la persona”.

Viola commentò : “Rifiutare il matrimonio riparatore non fu un gesto coraggioso, ho fatto solo quello che mi sentivo, come farebbe oggi, una qualsiasi ragazza”.


Grazie alla sua scelta di rifiutare il “matrimonio riparatore” Viola può essere considerata una persona “giusta“.

Gabriele A., Arianna A., Alessio B., Martina P., Eleonora S., 3°C Scuola Durazzo

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