Un tuffo nel passato: la Genova del Seicento

Un tuffo nel passato: la Genova del Seicento

Una mattina diversa a spasso nel centro storico per “scoprire” le bellezze della nostra città.

Il 23 gennaio, in una fredda ma soleggiata mattina, gli alunni della II L che non erano a letto con l’influenza si sono recati a visitare due tra i tanti palazzi dei Rolli che sono il vanto della nostra città: Palazzo Pallavicini, in via Garibaldi (situato all’interno della Camera di Commercio) e Palazzo Reale, in via Balbi.

Le prof. che ci hanno accompagnato erano abbastanza in salute, mentre la nostra guida era reduce anche lei dall’epidemia recente che ha poco da invidiare a quelle del Seicento.

Davanti alla Camera di Commercio abbiamo incontrato la simpatica signora la quale per prima cosa ci ha spiegato che 42 dei palazzi dei Rolli sono stati dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Questi edifici sono stati costruiti quando Genova raggiunse il suo massimo splendore (nel XVII secolo) per ospitare personaggi illustri che venivano nella città portuale per piacere ma soprattutto per affari.
Varcata l’austera soglia tutti orgogliosi abbiamo visto che l’ingresso si divide in due scalinate che portano entrambe a due rispettive porte, di cui una non conduce da nessuna parte e serve solo a trasmettere un senso di grandezza. Mica male come idea!

Successivamente siamo stati accompagnati nella Galleria Dorata, il luogo che sicuramente ci ha colpito di più: si tratta di una grande sala interamente rivestita da decorazioni di stucchi dorati e da specchi, caratterizzata inoltre da affreschi raffiguranti le divinità pagane. Al centro della galleria si trova un tavolo rivestito anch’esso da uno specchio che ricopre tutta la sua superficie.

Usciti dalla Camera di Commercio siamo passati davanti a Palazzo Rosso e a Palazzo Bianco e la guida ci ha spiegato che l’ultima proprietaria è stata Maria de Ferrari, la quale successivamente li donò al Comune di Genova.

La nostra ultima tappa è stata Palazzo Reale, appartenuto a tre famiglie che amavano stili diversi: prima ai Balbi, poi ai Durazzo e infine ai Savoia.

I diversi stili sono molto visibili, anche confrontando le diverse sale.
Il nome di ogni sala veniva assegnato in base all’affresco principale che le caratterizzava, ad esempio la Sala delle Battaglie e la Sala del Tempo.
Inoltre abbiamo notato che quasi in ogni stanza era presente un orologio da tavolo, portato dai Savoia.

Ci è stato spiegato che il re e la regina dormivano in stanze separate e avevano un bagno privato per ciascuno, ma che non facevano niente senza l’aiuto dei loro servitori. Avere dei servitori era normale, l’importante era che non stessero sempre in mezzo ai piedi e fossero discreti: per questo nelle varie stanze c’erano delle porticine mimetizzate nelle tappezzeria dalle quali entrava e usciva il personale di servizio.
Una particolarità del palazzo era il tipo di riscaldamento, molto moderno per l’epoca: questo era reso possibile da un sistema di tubature che trasportavano il calore, solitamente prodotto nelle cucine, alle altre stanze nelle quali erano presenti delle grate che lo filtravano.
Anche il sistema di illuminazione era innovativo, infatti in ogni stanza erano presenti degli specchi che riflettevano la luce dei lampadari. Ovviamente la luce era costituita da tante candele e non dalle lampadine!

Siamo poi arrivati in una sala molto particolare in cui i reali… avevano fatto allestire un presepe personale dove tutti i personaggi sono vestiti con abiti e tessuti dell’epoca, curati nei minimi dettagli, come ad esempio i bottoni o i nastrini.

Uno di questi tessuti è il famoso jeans, nato proprio a Genova per realizzare le tute da lavoro dei portuali.
Infine siamo saliti sulla terrazza da cui si potevano ammirare il porto e il faro di Genova, i luoghi-simbolo della nostra bella città.

Testo di Irene, Lucia e Tommaso. Fotografie (splendide) di Tommaso, classe II L, Scuola Durazzo sede

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