La plastica: necessaria ma dannosa

La plastica: necessaria ma dannosa

Il progetto “Io so che tu sai” si è svolto il 20 febbraio attraverso un laboratorio sulle microplastiche con gli alunni della II C; è stata un’attività didattica di promozione del recupero dei rifiuti e di riduzione del consumo di plastica con particolare riferimento al contrasto al marine litter. 

#annoscolastico2022/23

Il progetto “Io so che tu sai” è stato svolto a cura di Dafne Soc. Coop. Impresa Sociale.

La plastica è un materiale organico derivante dal petrolio, composta da polimeri.
Ad oggi la plastica è un materiale sempre presente nella nostra vita; la possiamo trovare negli arredamenti, nel packaging, nei vestiti, negli ospedali, nelle varie tecnologie.

La plastica ha 160 anni e, anche se questo potrebbe farci pensare a un materiale antico, in realtà rispetto agli altri materiali, è uno dei più giovani.

Ci sono vari tipi di plastica, con vari modalità di riciclaggio:
Polietilene (1: PETE), Alta densità (2 HDPE), Polivinilcloruro (3 PVC), Bassa densità (4 LDPE), Polipropilene (5 PP), Polistirolo (6 PS), Tutti gli altri tipi (7 OTHER).

Il plancton è una categoria che comprende il complesso di organismi acquatici galleggianti che, non essendo in grado di dirigere attivamente il loro movimento, vengono trasportati passivamente dalle correnti e dal moto ondoso, come le meduse.

Il plancton di superficie è costituito in massima parte da alghe unicellulari. Il plancton è il cibo preferito delle balene e di tanti animali marini ma purtroppo esse a volte lo scambiano con microplastiche trasparenti e ne inghiottiscono tonnellate.

Il professore del laboratorio per farci capire meglio questa cosa ci ha fatto fare un gioco: ha portato in classe due bacinelle contenenti alcuni pezzi di gomma blu e alcuni pezzi di gomma gialli. A turno con un retino dovevamo cercare di prendere solo i pezzi blu, che rappresentavano i plancton, e il meno possibile dei pezzi gialli, che rappresentavano la plastica. Facendo questo gioco ci ha fatto capire che è praticamente impossibile prendere solo pezzi blu evitando i pezzi gialli, proprio come le balene fanno con i plancton: per ogni quantità di plancton inghiottita, ci sarà purtroppo una grande quantità di plastica.

Il bioaccumulo è l’accumulo, in questo caso di plastica, nel corso della nostra vita.

La biomagnificazione è l’aumento dei materiali inquinanti nel nostro corpo da preda a predatore lungo la catena alimentare.

Per farci capire queste cose il professore ci ha fatto fare un altro gioco.
Prima di tutto ci ha diviso in 4 gruppi: i gamberetti, le sardine, i tonni e un pescatore.
Il gioco consisteva nel prendere più tesserine possibili rappresentanti varie sostanze, tra cui la plastica, e alla fine vedere ciascuno quanta plastica aveva preso.
I gamberetti avevano 20 secondi per prendere più tesserine possibili, ma avevano a disposizione una mano sola e dovevano prenderne una alla volta.
La stessa cosa per le sardine, ma al posto di 20 secondi ne avevano 25.
I tonni avevano anche loro 20 secondi e dovevano prendere una tesserina alla volta, ma potevano usare entrambe le mani.
Il pescatore, invece, aveva 15 secondi ma aveva a disposizione due mani e poteva prendere tutte le tesserine possibili.
Ciascuno aveva così accumulato plastica e questo rappresenta il bioaccumulo.

Per farci capire invece la biomagnificazione ci ha spiegato che se le sardine mangiano i gamberetti, i tonni mangiano le sardine e il pescatore pesca e mangia i tonni, alla fine di questa catena c’è stato un accumulo sempre maggiore di quantità di plastica, a partire dalla prima preda, i gamberetti, fino all’ultimo predatore, il pescatore.

Cosa possiamo fare per ridurre l’uso della plastica?
Questo laboratorio ci è piaciuto molto, è stato interessante e soprattutto ci ha insegnato molte cose nuove.
Una delle cose più importanti che abbiamo imparato è stata che la plastica è fondamentale per la vita, ma allo stesso tempo dannosa, sia per l’ambiente che per noi stessi.
Per ridurre l’uso della plastica bastano piccoli accorgimenti, come ad esempio: comprare una borraccia invece che usare ogni giorno una bottiglietta di plastica, usare l’acqua del rubinetto, usare delle borse in tela per fare la spesa, acquistare cibo e detersivo sfusi, invece che confezionati in contenitori di plastica, usare piatti, bicchieri e posate di vetro o di carta riciclabile.
Se tutti imparassimo a compiere almeno alcuni di questi piccoli gesti, ci sarebbe già così una grande riduzione di utilizzo di plastica e, di conseguenza, dell’inquinamento.

Classe II C, “I SERPENTS”, scuola secondaria Durazzo sede, a.s. 22/23

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